La Valle d’Aosta è la regione meno densamente popolata d’Italia con soli 39 abitanti per km
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. Ciononostante, la Regione è risultata a livello nazionale tra le aree maggiormente colpite dalla pandemia da SARS-CoV-2, con 1182 casi confermati laboratoristicamente e 145 decessi. I tamponi post-mortem per la ricerca di RNA di SARS-CoV-2 sono stati raccomandati da numerose Società Scientifiche ed Istituzioni nell’ambito della valutazione routinaria di decessi potenzialmente COVID-19 correlati. Le vigenti raccomandazioni della COMLAS indicano l’esecuzione del tampone postumo nei casi sospetti preferibilmente entro 2 ore dal decesso. L’obiettivo del presente studio è di verificare la capacità del tampone delle alte vie respiratorie di rilevare l’RNA del SARS-CoV-2 nei cadaveri, anche oltre il periodo consecutivo della morte. A partire dal 22/04/20 sono stati eseguiti 35 tamponi post-mortem ad opera dei Medici della S.C. Medicina Legale del Dipartimento di Prevenzione dell’AUSL Valle d’Aosta nell’ambito delle attività di medicina necroscopica. Il campionamento è avvenuto in un range compreso tra 4 e 800 ore dal decesso. In tutti i 7 casi di soggetti deceduti per COVID-19 confermata laboratoristicamente ante-mortem, il tampone postumo ha confermato la persistenza di RNA virale, anche laddove la raccolta è stata eseguita oltre il periodo consecutivo della morte. In due dei 14 soggetti deceduti mai testati ante-mortem l’amplificazione ha evidenziato la presenza di RNA virale nei campioni di mucosa respiratoria, permettendo una diagnosi postuma. In soli due casi su 35 i campioni sono stati valutati “indeterminabili” dal Laboratorio. In conclusione, assodata l’utilità del tampone postumo quale strumento utile nella valutazione del rapporto rischio-beneficio prodromica all’autopsia, i presenti risultati ne sostengono il potenziale utilizzo – anche in caso di intervallo post-mortale non breve – con particolare riguardo